• A cura di Alberto Salvadori, Luigi Fassi

    24.01.2019

    17.03.2019

ICA Milano inaugura l'attività espositiva con la mostra Apologia della storia - The historian's craft, un progetto inedito, in grado di dialogare con lo spazio e restituire la vocazione dell'Istituto a farsi crocevia di incontri e scambi culturali.

Per dare avvio alla stagione espositiva dell'Istituto, Alberto Salvadori, direttore di ICA Milano, ha concepito insieme a Luigi Fassi, direttore del MAN di Nuoro, un progetto espositivo inedito e di respiro internazionale in omaggio al grande storico francese Marc Bloch (1886, Lione – 1944, Lione), una delle figure centrali del pensiero contemporaneo.
Instaurando un dialogo dinamico con lo spazio, la mostra si struttura come un racconto corale sugli accadimenti geo-politici e sociali che hanno interessato alcuni territori nella Storia recente, restituendo in questo modo la vocazione dell'Istituto a farsi crocevia di incontro tra linguaggi, retaggi culturali, storie e narrazioni differenti.

 

Apologia della storia - The historian's craft propone una riflessione contemporanea sul ruolo della Storia come metodologia di conoscenza del presente e raccoglie le opere di dodici artisti differenti per età e provenienza geografica: Yto Barrada (1971, Francia), Lothar Baumgarten (1944 – 2018, Germania), James Lee Byars (1932, USA – 1997, Egitto), Nanna Debois Buhl (1975 – Danimarca), Ryan Gander (1976, Regno Unito), Haroon Gunn-Salie (1989, Sudafrica), Arjan Martins (1960 – Rio de Janeiro, Brasile), Santu Mofokeng (1956, Sudafrica), Antonio Ottomanelli (1982, Italia), Paul Pfeiffer (1966, Hawaii), Javier Téllez (1969, Venezuela), Mona Vatamanu & Florin Tudor (1968, Romania; 1974, Svizzera).

 

La mostra, come rivela il titolo, trae ispirazione dall'omonimo libro dello storico Marc Bloch, pubblicato postumo nel 1949. L'iniziatore della scuola de Les Annales, sostenitore della pari dignità di rappresentazione delle diverse vicende particolari che hanno interessato l'umanità, sottolineava il primato dell'uomo come soggetto della Storia, colto nelle tracce del suo procedere nel tempo.
Nelle teorie formulate da Bloch è decisivo il recupero della memoria collettiva come momento di riflessione fondante per ogni società, che da una più consapevole conoscenza del passato può trarre forza per meglio affrontare i problemi del presente.
La nuova, epocale modalità di fare storia inaugurata della scuola de Les Annales apriva alle ricerche comparate, alla psicologia collettiva, agli uomini comuni e alla vita quotidiana, dando spazio a tutto ciò che in passato non era stato considerato degno di attenzione dalla storiografia tradizionale. Nella formulazione di questa nuova metodologia risiede la volontà di comprendere l'atmosfera di uno specifico momento storico, lo Zeitgeist o “spirito del tempo”, modalità di raccontare il presente che accomuna i mestieri dello storico e dell'artista.

 

Il percorso espositivo portato in scena da Apologia della storia - The historian's craft si sviluppa come un susseguirsi di luoghi, tempi e atmosfere differenti. Attraverso gli strumenti delle arti visive, gli artisti contemporanei hanno accolto e messo in pratica la lezione di Marc Bloch. Le opere raccolte in mostra, infatti, ricercano nel presente i segni dei mutamenti in atto, delle tensioni verso il futuro, a partire dalla comprensione del passato.
L'ispirazione tratta dalla metodologia di Bloch è stata interpretata come stimolo per raccontare luoghi e vicende con la particolare forza di comprensione della ricerca artistica che apre nuove prospettive, propone accostamenti inediti e invita a ripensare il presente alla luce del passato prossimo.

Apologia della storia - The Historian's Craft

Paul Pfeiffer Study for Incarnator 2018 Ph. Dario Lasagni

Javier Téllez, Letter on the Blind, For the Use of Those Who See, 2007 Ph. Dario Lasagni

Background: Yto Barrada, Plumber Assemblage, 2014 e Untitled (felt circus flooring, Tangieri), 2013-2015 Destra / Right: Haroon Gunn-Salie, History after apartheid, 2015 Ph. Dario Lasagni

Sinistra / Left: Ryan Gander, 2000 year collaboration (The Prophet) 2018; Background: James Lee Byars The Conscience, 1985 Ph. Dario Lasagni

Mostre

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A cura di Chiara Nuzzi

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