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A cura di Chiara Nuzzi
Opening 26.09.2025
27.09.2025
08.11.2025
Lewis Hammond. Black Milk
A cura di Chiara Nuzzi
In un percorso che altera e modifica la struttura dello spazio architettonico e la sua percezione, Black Milk raccoglie una selezione di dipinti realizzati da Lewis Hammond (Regno Unito, 1987) appositamente per la mostra tra il 2024 e il 2025. Allestite al piano terra della Fondazione, le opere riflettono l’interesse dell’artista per la storia della pittura e il suo rapporto con la fede - intesa nella sua accezione trasformativa e sociale. Dai toni visionari e talvolta surrealisti, la pratica pittorica di Hammond si muove tra la sfera personale e quella collettiva. Che si tratti di interessi esoterici, di fede nelle persone, di fiducia sociale o romantica o di paura e speranza, l’artista pone alla base della sua ricerca una domanda aperta: in cosa riponiamo speranza oggi? Un sentimento che tocca, oltre che l’intimità, anche i sistemi sociali, politici ed economici. Come e in cosa l’uomo sceglie di nutrire fiducia? E cosa significa perdere la fede e la speranza?
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ICA Milano ringrazia Banca Intesa Sanpaolo, sponsor ufficiale della Fondazione e Valsoia per il supporto alla programmazione e alle attività di ICA Milano.
Si ringraziano la Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo e le gallerie Arcadia Missa e 47 Canal per il supporto alla mostra Lewis Hammond. Black Milk.
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LEWIS HAMMOND
Lewis Hammond (n. 1987, Wolverhampton, Regno Unito) vive e lavora tra Londra e Berlino. Le sue opere indagano stati psicologici influenzati dalle ansie del mondo contemporaneo, in un contesto di emergenza globale. Combinando influenze della storia dell’arte con esperienze personali, la sua pratica restituisce un senso di inquietudine collettiva crescente all’interno del paesaggio fisico e socio-politico in cui viviamo. Hammond crea un lessico visivo attraverso cui esplora la complessità di un mondo in trasformazione, utilizzando motivi ricorrenti e doppi significati per mettere in discussione interpretazioni univoche. Figure disorientate, corpi mutati e paesaggi immaginari popolano i suoi dipinti, che, a loro volta, riflettono ansie, violenza e una costante ricerca di auto-identificazione. Attraverso la rielaborazione di riferimenti alla storia dell’arte eurocentrica, Hammond costruisce un mondo parallelo, concentrato e deformato, che offre un'acuta riflessione sulla realtà attuale.
