• 05.10.2023

Una riflessione sulle vite di confine tra Nord e Sud del mondo con Fiamma Montezemolo e Sayak Valencia

Screening & book launch
05.10 | ore 18.30
Fondazione ICA Milano
Via Orobia 26, Milano

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Dopo anni di lavoro etnografico a Tijuana, l’artista e antropologa Fiamma Montezemolo realizza in 24 ore di riprese il video-essay Traces: un ritratto vivente del muro che separa Tijuana e San Diego. Le immagini di un muro arrugginito, di una topografia indisciplinata, di strutture di sorveglianza in decadenza, dei furtivi attraversamenti di migranti privi di documenti e di paesaggi distopici, si intrecciano con una voce fuori campo luttuosa, che sembra provenire da un altro tempo e un altro luogo.

Dalla frontiera di Tijuana, l’attivista e intellettuale messicana Sayak Valencia ricorre alla categoria cinematografica del gore per interpretare l’economia globale a partire da quello che definisce il suo lato B, ovvero l’intreccio tra criminalità organizzata, narcotraffico e uso legittimato della violenza per ottenere status e potere. Il Capitalismo gore (NERO, 2023) è la globalizzazione neoliberista vista dal confine, dove la violenza è quotidiana e la morte è una merce redditizia, dove l’erosione dello Stato, la precarizzazione del lavoro e dell’esistenza unite al desiderio di partecipare al banchetto del consumo, e una cultura machista fortemente ancorata all’identità nazionale, hanno generato una nuova classe sociale e un modello di vita che sembra rappresentare l’unica alternativa alla povertà e alla migrazione.

Come parte del suo public program, Fondazione ICA Milano ospita la proiezione di Traces e un dialogo tra le due studiose sulle radici storiche, economiche, geopolitiche e culturali di questo modello, e sui modi possibili per sovvertirlo da una prospettiva anticoloniale e transfemminista.

Modera Alessandra Castellazzi.

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Fiamma Montezemolo è artista (MFA, San Francisco Art Institute) e antropologa (PhD, Università degli Studi di Napoli L’Orientale). È una studiosa affermata nel campo dei border studies e docente presso il Dipartimento di Cinema e Digital Media dell’Università della California, Davis. Ha esposto in varie istituzioni, tra le più recenti: Laboratorio Arte Alameda, Città del Messico (2019), Herbert Johnson Museum of Art, Cornell University (2019), Jewish Museum Munich, Germania (2019), La Galleria Nazionale, Roma (2019), Headlands Center for the Arts, California (2018), ASU Art Museum, Arizona (2019), Kadist Art Foundation, San Francisco (2016), Armory Center for the Arts, Los Angeles (2014). È rappresentata dalla galleria Magazzino di Roma. Ha pubblicato molto ed è autrice di due monografie: una sullo zapatismo e una sulle politiche di rappresentazione chicana, nonché coautrice (con Rene Peralta e Heriberto Yépez) di Here is Tijuana (Blackdog Publishing, Londra, 2006) e coeditore (con Josh Kun) di Tijuana Dreaming, Life and Art at the Global Border (Duke U. Press, 2012). Nel 2022 è stata insignita del Premio del Ministero della Cultura Italiana per l’Arte Contemporanea, in collaborazione con On Public e NERO.

Sayak Valencia è dottoressa di ricerca in Filosofia, teoria e critica femminista, performer, saggista, poeta e attivista transfemminista. Nel 2002 ha co-fondato il collettivo femminista interdisciplinare La Línea, che compie un’esplorazione critica del processo artistico e di scrittura nell’area di confine tra Tijuana e San Diego. Attualmente è docente e ricercatrice nel dipartimento di Cultural Studies del Colegio de la Frontera Norte in Messico.

 

 

En el borde del border me llamo filo / Sul bordo del border sono una lama

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